lunedì 5 agosto 2024

Quel Diavolo di un oppositore!

 Quel Diavolo di un oppositore!

DAL BROADCASTING di LUGLIO 2024



 “ma per mezzo dei sogni cosa stava dicendo Geova a Giuseppe? Stava dicendo a Giuseppe che aveva qualcosa di speciale in mente per lui. Aveva uno scopo per Giuseppe, quindi cosa pensate che il diavolo volesse fare di buono? Il diavolo voleva frustrare quello scopo. Voleva impedire che quello scopo si realizzasse, quindi Satana deve essere stato felicissimo quando ha sentito i fratelli di Giuseppe complottare per metterlo a morte. “ (David Splane - traduzione mia)


La tesi che il diavolo desiderasse ostacolare il piano di Geova per Giuseppe e gioisse quando i fratelli di Giuseppe complottavano di ucciderlo è una reinterpretazione moderna che cerca di inserire la figura del diavolo nella narrativa biblica, dove originariamente non era presente. Questa visione riflette un approccio teologico che proietta retroattivamente concetti e personaggi sviluppati più tardi nella storia religiosa. 

La storia di Giuseppe, narrata nella Genesi (capitoli 37-50), racconta come i suoi fratelli, invidiosi dei suoi sogni profetici e del favore del loro padre, Giacobbe, complottino di ucciderlo. Alla fine, scelgono di venderlo come schiavo a mercanti ismaeliti che lo portano in Egitto. Nonostante le sue tribolazioni, Giuseppe sale al potere e alla fine salva la sua famiglia dalla carestia.

Nella narrativa tradizionale, la storia di Giuseppe è vista come un esempio della provvidenza divina. Nonostante le intenzioni malvagie dei fratelli, Dio utilizza gli eventi per realizzare il suo piano più grande. Questo concetto è espresso chiaramente in Genesi 50:20, dove Giuseppe dice ai suoi fratelli: "Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si realizza: salvare la vita a un popolo numeroso".

La reinterpretazione moderna, come quella suggerita da Splain, cerca di introdurre il diavolo come antagonista che cerca attivamente di sabotare i piani divini. Questa visione non è supportata dal testo originale, ma è una costruzione teologica successiva che cerca di dare una spiegazione più drammatica e dualistica agli eventi.

La demonologia ebraica e il concetto del diavolo come figura antagonista di Dio non sono presenti nelle prime scritture ebraiche e si sono sviluppati progressivamente nel tempo. Questo sviluppo è un punto centrale per comprendere come le interpretazioni bibliche e teologiche siano cambiate attraverso i secoli.


 Sviluppo della Demonologia Ebraica

Nella Bibbia ebraica originale, particolarmente nella Torah (i primi cinque libri), non esiste una figura chiara del diavolo come entità malvagia contrapposta a Dio. Personaggi come il serpente nel Giardino dell'Eden o Satana nel Libro di Giobbe non svolgono il ruolo di un diavolo nel senso cristiano. In Genesi 3 ll serpente che tenta Eva nel Giardino dell'Eden è descritto semplicemente come una creatura astuta. Non viene identificato con Satana o con un'entità demoniaca. In Giobbe 1-2, Satana appare come un membro della corte celeste di Dio, un "accusatore" o "avversario" il cui ruolo è mettere alla prova la fede degli uomini.


 ..la sua natura originaria era quella di ingannatore (specialmente riferito a contesti militari) e di accusatore. Quest’ultimo elemento, essendo inteso come tratto caratteristico tipico di un contesto giuridico, non possedeva una connotazione negativa in ambito giudaico.. “

cit. https://www.storieparallele.it/diavolo-demoni-cultura-ebraica/


Non è un ribelle contro Dio, ma piuttosto un agente al servizio del divino per testare Giobbe. La demonologia ebraica si è evoluta nel corso dei secoli, specialmente durante e dopo il periodo dell'esilio babilonese (VI secolo a.C.). Questo periodo ha esposto gli Ebrei a nuove influenze culturali e religiose, tra cui il dualismo zoroastriano che proponeva un conflitto cosmico tra il bene (Ahura Mazda) e il male (Angra Mainyu). Dopo il contatto con il pensiero zoroastriano, le idee di dualismo e la personificazione del male cominciano a emergere nella teologia ebraica. Satana evolve da semplice accusatore a figura più maligna e oppositrice. Nel periodo del Secondo Tempio (ca. 516 a.C. - 70 d.C.), la demonologia ebraica diventa più complessa. Testi apocrifi e pseudepigrafici come il Libro di Enoch espandono il ruolo di Satana e dei demoni. Il libro di Enoc introduce figure come Azazel e i Vigilanti, angeli caduti che corrompono l'umanità, un concetto che rafforza l'idea di un conflitto tra forze celesti buone e malvagie.



Nel Nuovo Testamento, Satana e i demoni diventano centrali nella narrativa cristiana. Satana è chiaramente identificato come il diavolo, l'avversario di Cristo e l'incarnazione del male. Nel Vangelo di Matteo, Satana tenta Gesù nel deserto, consolidando il suo ruolo come nemico di Dio e dell'umanità. Nel libro dell'Apocalisse, Satana è descritto come il drago antico che conduce una ribellione contro Dio, unendo simbolicamente tutte le figure precedenti sotto un'unica identità maligna.


L’Anacronismo Teologico

L'anacronismo teologico si riferisce all'errore di attribuire concetti, credenze o figure teologiche sviluppate in un'epoca successiva a testi o contesti storici precedenti. Questo errore si verifica quando si proiettano idee moderne o successive su scritture o eventi antichi che non avevano originariamente tali idee. Ora chiariamo un punto: c’è differenza tra reinterpretare testi antichi e fare dell’anacronismo teologico? Facciamo un esempio. Tutti noi, rileggendo il nostro passato, lo vediamo con occhi nuovi. Forse vicende importanti più recenti ci portano a dare una lettura diversa, più profonda, di ciò che è successo, ma nel farlo siamo consapevoli che è una rilettura e non ciò di cui eravamo già consapevoli allora. Un altro esempio riguarda i cristiani, che fanno una lettura cristologica dell’Antico Testamento. Questo è legittimo, ma sanno ben distinguere ciò che è rilettura da quello che era il pensiero originale degli antichi autori biblici.

Il problema anacronistico dei Testimoni di Geova è che essi attribuiscono la loro rilettura agli autori biblici come se fosse il loro pensiero originale, attribuendo loro addirittura specifiche dottrine della Torre di Guardia. Nel caso di questo articolo, e dalle parole di Splane, è evidente: essi attribuiscono questa fantomatica “contesa universale” e una decisa identità di Satana come “arcinemico” di Dio (singolare espressione usata loro sovente) a testi che invece sono precedenti allo sviluppo demonologico in ambiente ebraico e che gli scrittori biblici non potevano contemplare né esprimere. Questo include l’uso di concetti teologici sviluppati successivamente che ignorano il contesto storico in cui i testi originali furono scritti. Il risultato sono interpretazioni inaccurate e fuorvianti delle scritture.


 Semplicismo Dualistico

Il semplicismo dualistico è un approccio interpretativo che riduce fenomeni complessi a una dicotomia semplice tra due opposti, solitamente rappresentati come il bene assoluto e il male assoluto. Questo approccio tende a ignorare le sfumature e le complessità inerenti alle situazioni, alle motivazioni e ai personaggi. Il concetto di dualismo ha origini antiche e si trova in molte tradizioni religiose e filosofiche. Ad esempio, nello zoroastrismo troviamo un esempio di dualismo cosmico con il bene rappresentato da Ahura Mazda e il male da Angra Mainyu. Nel gnosticismo, nelle prime correnti cristiane, il mondo materiale era spesso visto come malvagio, creato da un demiurgo maligno, in contrasto con il mondo spirituale buono. Nel contesto del cristianesimo, il dualismo si manifesta spesso nella contrapposizione tra Dio e Satana, il bene e il male, la luce e le tenebre.

Il semplicismo dualistico presenta diverse criticità. Innanzitutto, riduce la complessità delle situazioni e delle motivazioni umane. Attribuire ogni azione malvagia all'influenza di Satana, ad esempio, non considera le molteplici cause e fattori umani che possono portare a determinate azioni. Questo approccio può distorcere la comprensione della realtà e della storia, portando a interpretazioni errate dei testi e delle situazioni. Vedere i fratelli di Giuseppe come semplici strumenti del diavolo ignora le loro emozioni e motivazioni personali, come l'invidia e la paura.

Inoltre, il dualismo tende a semplificare eccessivamente le narrazioni e le teologie, riducendole a una lotta tra bene e male senza considerare le complessità e le ambiguità presenti nei testi originali. Ad esempio, nella narrazione tradizionale della storia di Giuseppe, i fratelli sono mossi da invidia e paura, e le loro azioni sono parte di un piano più grande di Dio. In un'interpretazione dualistica, invece, quella esposta da Splaine, i fratelli sono visti come strumenti del diavolo, che cerca di ostacolare i piani di Dio. Questa visione riduce le motivazioni complesse dei fratelli a una semplice influenza malvagia.

Ridurre i testi religiosi a una lotta tra bene e male può portare a una comprensione superficiale dei loro messaggi e significati profondi. Adottare una visione dualistica può influenzare negativamente la percezione della realtà, portando a giudizi morali semplicistici e alla demonizzazione di individui o gruppi. Inoltre, insegnare una visione dualistica del mondo può limitare la capacità delle persone di comprendere e affrontare la complessità delle situazioni reali, promuovendo una visione manichea e spesso polarizzante della vita.




In conclusione

L'idea del diavolo come la comprendiamo oggi, un'entità malvagia che si oppone a Dio, non è presente nei primi testi ebraici. Questa figura si è evoluta attraverso influenze esterne e sviluppi teologici nel tempo. La demonologia ebraica e cristiana moderna riflette un lungo processo di reinterpretazione e sincretismo culturale, che ha trasformato l'accusatore celeste in un nemico cosmico. Sebbene possa offrire una narrativa più drammatica, manca di fondamento storico e testuale e riflette sia un anacronismo teologico che una semplificazione e polarizzazione dualistica. Con buona pace di Splane.


secondolescritture@gmail.com






Nessun commento:

Posta un commento

Dio o Watchtower? Una confusione voluta

 Dio o Watchtower? Una confusione voluta Criticare la Watchtower non equivale a criticare Geova. Lo so, sembra una banalità, ma per molti Te...